Ensemble L'Artificio
Esibizione dell’Artificio. Venosa 14 e 15 settembre 2013
L’idea romantica dell’arte che riflette la vita dell’artista è abbastanza lontana dall’estetica del tempo in cui visse Carlo Gesualdo di Venosa: è tutta moderna la necessità di trovare un parallelo tra una vita appassionata e le arditezze compositive del principe. La musica del Rinascimento e del primo Seicento rappresenta le passioni e i sentimenti all’interno di moduli definiti. Non la passione, ma la sua rappresentazione è al centro della scrittura dei musicisti. La grandezza di un autore era anche nella sua abilità combinatoria di modelli convenzionali. Non la sofferenza, ma l’artificio rende un buon servizio al canto degli affetti in voga nel mondo cortese tra ‘500 e ‘600.
Nei brani scelti per l’occasione l’Artificio ha voluto presentare le composizioni dei musicisti contemporanei di Gesualdo ricostruendo un quadro plausibile e filologico dei momenti di convivialità vissuti nelle corti dell’epoca.
ENSEMBLE L’ARTIFICIO
Elisabetta Di Filippo Salterio e percussioni
Gianfranco Russo Chitarra alla spagnola
Antonella Tatulli Canto
Brani eseguiti:
G. Paolo Berti ((? -1638), Giovanete ascoltate
C. Monteverdi (1567 – 1643), Sì dolce è’l tormento
G. Caccini (1550-1618), Amor ch’attendi
A. Falconiero (1586 – 1646), Segui segui dolente core
T. Merula (1595 – 1665), Folle è ben
S. Landi (1587 – 1639), A che più l’arco tendere